Il disturbo bipolare è un disturbo caratterizzato da oscillazioni insolite del tono dell’umore e della capacità di funzionamento della persona. Il sistema limbico del nostro cervello ha la funzione di mantenere stabile il nostro stato d’animo, permettendoci di rispondere adeguatamente a stimoli e cambiamenti dell’ambiente: nel disturbo bipolare questo sistema non funziona correttamente e ciò fa sì che il tono dell’umore diventi variabile, instabile e funzioni in modo indipendente dall’ambiente. È una malattia ereditaria, che possiede una base biologica e viene trasmessa geneticamente: una storia familiare positiva per il disturbo bipolare, specialmente se ad essere ammalato è un parente stretto, aumenta il rischio di più di 10 volte di ammalarsi di questo disturbo.
Il disturbo bipolare ha un esordio tipicamente brusco, collocabile nell’adolescenza e nella prima età adulta. Il decorso è molto eterogeneo, con un numero di episodi di malattia che se non trattati possono arrivare anche ad essere più di 4 per anno (andamento a cicli rapidi). Per questo motivo la prognosi risulta difficile da stabilire e va stimata caso per caso. È il disturbo che comporta il più alto rischio di suicidio, specialmente nei periodi di depressione o nella fase iniziale della malattia, quando ancora il soggetto non sa in che modo poterla affrontare.
Questo disturbo è caratterizzato dall’alternanza di uno stato depressivo e di uno maniacale o ipomaniacale. Comunemente si distinguono due forme di disturbo bipolare:
La ciclotimia viene considerata una variante minore del disturbo bipolare. È caratterizzata dall’alternanza di episodi di depressione e ipomaniacali di lieve intensità ma con elevata frequenza, che portano ad un’ininterrotta fase di malattia della durata di almeno due anni, con cambiamenti comportamentali che provocano notevoli complicazioni nella vita della persona.
I sintomi della depressione sono umore depresso, pensieri negativi, sensazione di fatica e mancanza di energia, rallentamento psicomotorio, ansia, disturbi del sonno, idee di morte, mancanza di speranza, scarso appetito o, in rari casi, aumento dell’appetito, apatia, abulia, ridotto desiderio sessuale, difficoltà di concentrazione e attenzione, sentimenti di colpa e inferiorità, irritabilità. Si può parlare di episodio depressivo se i sintomi persistono per almeno 2 settimane.
La mania, invece, si manifesta con umore euforico e percepito dagli altri come inusuale, comportamenti molto disinibiti, tendenza a spendere molto denaro, a fare acquisti, senso di infaticabilità, ridotto bisogno di sonno, capacità di iniziare contemporaneamente tante attività ma con scarsa capacità di portarle a termine, comportamenti aggressivi o impulsivi con gravi conseguenze sia lavorative che personali, irrequietezza, estrema irritabilità, aumento della velocità dei pensieri, distraibilità, fiducia non realistica nelle proprie capacità, diminuzione della capacità di giudizio, aumento del desiderio sessuale, abuso di sostanze, atteggiamenti provocatori o molto seduttivi. Si parla di episodio maniacale se i sintomi persistono per più di settimana.
L’ipomania è uno stato alterato dell’umore meno intenso rispetto alla mania. L’ipomania si distingue dalla felicità perché non ha una causa precisa ed è percepita dagli altri come inusuale. Essa si presenta con instabilità del tono dell’umore ed in genere è preceduta da una fase depressiva.
Nei casi più gravi, gli episodi severi di mania o di depressione includono i sintomi psicotici. Tra questi i più comuni sono le allucinazioni, come udire delle voci che nessuno sente o sentire degli odori che nessuno sente, e i deliri, come ad esempio deliri di grandezza, in cui il paziente crede di essere un personaggio importante, deliri di colpa, in cui il paziente crede di aver commesso un crimine terribile, o deliri erotomanici, in cui il paziente ha la convinzione infondata e ossessiva che un'altra persona provi sentimenti amorosi nei suoi confronti.
Le severe manifestazioni del disturbo bipolare possono compromettere rapporti interpersonali, causare la perdita del lavoro e, in casi estremi, portare a comportamenti suicidari. Non sono quindi da confondere con quelli che comunemente definiamo “alti e bassi” dell’umore, che ciascuno di noi può avere nel corso della propria vita quotidiana.
Dott.ssa Pamela Rigotti
Psicologa Psicoterapeuta a Gorizia
Psicologa Psicoterapeuta a Gorizia
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