La bulimia nervosa è un disturbo dell’alimentazione caratterizzato dai seguenti aspetti:
È possibile distinguere due forme di bulimia nervosa: bulimia con condotte di eliminazione (dopo l’abbuffata si ricorre all’uso di vomito auto-indotto, lassativi o diuretici), e bulimia senza condotte di eliminazione.
La condotta alimentare di chi soffre di bulimia nervosa è caratterizzata dalla presenza di abbuffate ricorrenti, durante le quali la persona non riesce a resistere all’impulso di mangiare, ingoia velocemente grandi quantità di cibo di ogni tipo ed è in preda alla sensazione di non potersi controllare, continuando fino a che non si sente “così piena da stare male”. L’ intenso desiderio di perdere peso, che porta a pensare costantemente alla dieta e al cibo, induce poi a mettere in atto dei comportamenti di compenso (es. vomito provocato volontariamente, uso improprio di lassativi e diuretici, esercizio fisico eccessivo, uso di farmaci anoressizzanti) o di restrizione alimentare (es. saltare i pasti) nel tentativo di riparare ai danni dell’abbuffata.
Una persona con bulimia nervosa può essere di peso normale, sottopeso o sovrappeso, diversamente da una persona con anoressia nervosa che è sempre sottopeso. Il peso, tuttavia, può variare enormemente e oscillare nel tempo.
Come per gli altri disturbi alimentari, il trattamento cognitivo-comportamentale per la cura della bulimia nervosa prevede un lavoro congiunto da parte di più figure specialistiche: il medico, il nutrizionista, lo psicoterapeuta e in certi casi lo psichiatra.
La terapia cognitivo-comportamentale risulta essere un trattamento di provata efficacia per la cura del disturbo. Essa è progettata per produrre un cambiamento duraturo nel paziente, per modificare quei meccanismi fondamentali che mantengono la psicopatologia del disturbo, utilizzando una serie di procedure e strategie comportamentali integrate e validate scientificamente.
Obiettivo iniziale del trattamento è quello di normalizzare il comportamento alimentare, interrompendo il circolo vizioso restrizione - abbuffata - vomito. La finalità è quella di riabituare il paziente a un’alimentazione corretta, regolarizzando la frequenza dei pasti e utilizzando attività alternative alle abbuffate o alle condotte eliminatorie.
In una seconda fase il trattamento mira a rendere stabile il nuovo comportamento alimentare e a ridurre l’eccessiva preoccupazione per il peso e le forme corporee, utilizzando procedure atte a modificare la convinzione che il peso costituisca l’unico o il principale fattore in base al quale valutare il proprio valore personale.
La terza fase prevede l’applicazione di procedure finalizzate a mantenere i risultati raggiunti durante il trattamento: vengono usate strategie di prevenzione delle ricadute e tecniche che mirano ad aumentare la capacità di fronteggiare le situazioni critiche per il paziente.
Per quanto riguarda la presa in carico e il trattamento psicologico del disturbo alimentare ci si può avvalere, oltre che della terapia cognitivo comportamentale individuale, anche di colloqui di supporto per i familiari.
Dott.ssa Pamela Rigotti
Psicologa Psicoterapeuta a Gorizia
Psicologa Psicoterapeuta a Gorizia
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