La caratteristica principale del disturbo d’ansia generalizzato è uno stato continuo e persistente di preoccupazione per diversi eventi e situazioni, che risulta eccessivo in intensità, frequenza o durata rispetto alle reali circostanze. Tale stato, non essendo legato a specifiche circostanze, è difficile da controllare e gestire per chi lo sperimenta.
Le preoccupazioni eccessive sono accompagnate da almeno tre dei seguenti sintomi:
I sintomi somatici che si possono manifestare in questo disturbo sono:
Le preoccupazioni della persona hanno specifiche caratteristiche: sono numerose, si succedono rapidamente, sono accompagnate da emozioni di allarme, di inquietudine e ansia, rappresentano scenari catastrofici futuri che riguardano la propria salute, la vita dei familiari, le relazioni sociali, il lavoro o lo studio, le malattie, le finanze.
Spesso le persone che soffrono d’ansia sono preoccupate per il fatto di avere queste preoccupazioni, e producono pensieri del tipo “…. Non riuscirò a controllare questa preoccupazione; … non smetterò mai di preoccuparmi; …. Starò male o impazzirò se continuerò a preoccuparmi così”. Le preoccupazioni o l’ansia sulle proprie preoccupazioni attivano un rimuginio costante e danno quindi luogo ad un circolo vizioso che aggrava ulteriormente i sintomi e le difficoltà di vita quotidiane.
L’ansia porta la persona a mettere in atto molti evitamenti, per non incorrere nei sintomi spiacevoli che essa determina, causando così una riduzione progressiva delle attività ed un progressivo restringimento dello spazio di vita personale.
Gli studi empirici individuano come fattori di rischio per l’insorgenza di questo disturbo i seguenti fattori:
La terapia farmacologica non sempre risulta necessaria, ma viene consigliata, dalla figura specialistica competente, almeno temporaneamente, per le persone che soffrono di un’ansia molto intensa. I farmaci risultano efficaci, ma ricorrendo ad un uso esclusivo della terapia farmacologica è possibile che all’interruzione della loro assunzione i sintomi del disturbo si ripresentino, in quanto le sue cause sono immutate. Curare questo disturbo coi soli farmaci potrebbe equivalere al curare un forte mal di denti facendo un uso esclusivo di antidolorifici: dopo qualche tempo il dolore si può ripresentare poiché non si è agito su ciò che lo ha provocato, ovvero sulla sua causa.
D’altra parte i farmaci, abbassando i livelli di sofferenza soggettiva, creano le condizioni favorevoli per un intervento psicoterapeutico efficace.
Dott.ssa Pamela Rigotti
Psicologa Psicoterapeuta a Gorizia
Psicologa Psicoterapeuta a Gorizia
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